giovedì 14 febbraio 2013

UMBERTO VITIELLO, IL CURATORE SEGRETO DEL VATICANO E LE DIMISSIONI DI BENEDETTO XVI

11 febbraio 2013. Dopo 600 anni accade in Italia un evento storico di portata mondiale: le dimissioni del Papa.  Nel Vaticano e in tutto il mondo questa notizia ha lasciato increduli. E senza dubbio parliamo di un evento che destabilizza le menti laiche e cattoliche data l’eccezionalità del gesto, ovvero il Papa, Bendetto XVI, si fa da parte per il bene della Chiesa.
Risuona prorompente l’eco di “Il curatore segreto del Vaticano” (Lupo editore), di Umberto Vitiello - altroché previsioni Maya – ed è sorprendente come un romanzo carico di intrighi, complotti e fitti misteri che avvolgono nel presente come nel passato la Chiesa, emergano impetuosamente spinti da una “profezia” iscritta dall’autore nelle pagine di questo libro. Non si possono non riportare alcune parole del romanzo che appaiono come una “visione”, come una possibile realizzazione di una realtà che contraddice paradossalmente se stessa. E dunque si legge come  la Chiesa che dovrebbe essere serva per ogni essere umano rischia di apparire padrona, come padre Rodolfo - uno dei protagonisti del romanzo - evidenzia chiaramente le sue perplessità, ammette di non avere affatto certezze, ben immaginando gli ostacoli che il pontefice e i suoi stretti collaboratori dovranno affrontare e superare. Ma sarà il curatore segreto chiamato dal Vaticano ad informare il papa della vera natura di alcune operazioni finanziarie in contrasto con i princìpi evangelici affinchè la Chiesa del futuro, unica per tutti i cristiani, torni ad essere simile a quella dele sue origini.
Un libro decisamente sensazionale che racconta già da un mese quello che sta accadendo oggi nella Santa Sede!

Il libro - Le aspirazioni, le delusioni, il coraggio di responsabile e ferma critica, l’impegno paziente e persistente in difesa e diffusione dei valori evangelici più genuini di tanti teologi contemporanei, vecchi e giovani, da Hans Küng a Vito Mancuso, in un romanzo avvincente in cui la Chiesa Cattolica proiettata nel futuro è alla sua svolta storica più significativa e radicale. Profeticamente collocata in un domani non molto lontano, la Chiesa accoglie tutti i cristiani del mondo in una semplificazione teologica che la rende universalmente accetta, ed è osservata criticamente dal futuro nelle sue tante contraddizioni presenti e passate, un groviglio di intrighi e connivenze stroncato a fatica dall’ultimo papa e dai pochi che credono con lui di riuscire a riportarla ai genuini valori evangelici dei primi secoli. La narrazione segue i canoni del dissenso intellettuale: un metodo che consente, senza incorrere in accuse di eterodossia, una visione critica del reale stato in cui versa la comunità dei cristiani detti cattolici, scrutando le loro delusioni e scoprendone le aspirazioni, per delineare la configurazione progettuale della Chiesa da tutti agognata. Tutto si svolge alla vigilia del Concilio Vaticano III, convocato dal nuovo papa – un convinto “giovanneo” sudamericano – per attuare la riconciliazione dei cristiani del mondo intero in un’unica Chiesa, degna per la sua rinnovata natura di accogliere Cristo quando, alla fine dei secoli, farà ritorno sulla terra. Grande è l’avversione della maggior parte dei curiali che, difensori della tradizione e dei propri privilegi, non disdegnano di ricorrere a raggiri e complotti pur di evitare che, con l’ecumenismo realizzato, la Chiesa Cattolica rinunci alla propria ricchezza e al plurisecolare patrimonio teologico che la rende del tutto diversa dalle altre comunità cristiane. La storia – (scritta con la collaborazione di un giovane teologo) - ha inizio con un omicidio commesso all’abbazia del Santo sul Colleprato che alla fine delle indagini vede coinvolti alcuni alti prelati e consente al papa di affrettare i tempi dell’innovazione e della riconciliazione. Ospite dell’abbazia da alcuni anni è un noto economista, ex professore di Oxford fattosi monaco, personaggio centrale dell’intera vicenda. Chiamato segretamente in Vaticano, è lui che, definito “curatore”, informerà il papa della vera natura dei fondi dello IOR e il modo come liberarsi di questa istituzione e di tutte le operazioni finanziarie in netto contrasto con i principi evangelici, affinché la Chiesa del futuro, unica per tutti i cristiani, torni ad essere simile a quella delle sue origini. La conclusione della storia è nella convocazione del Vaticano III, ultimo concilio della Chiesa Cattolica e primo della Chiesa di Cristo di tutti i cristiani del mondo.

Umberto Vitiello, detto “Vadìm”, nato alle falde del Vesuvio, di fronte all’isola di Capri, laureato con 110 e lode presso l’Università Orientale di Napoli, ha frequentato un corso post-laurea di specializzazione in etnologia sociale presso l’Università di Belgrado. Slavista e francesista, ha soggiornato per studio in vari Paesi d’Europa. Membro di un’Associazione Umanitaria Internazionale, per otto anni ha contattato ed aiutato alcuni dissidenti (artisti, intellettuali, religiosi) dell’Unione Sovietica e dei Paesi dell’Est Europeo. Ha lavorato come traduttore dal russo nel settore “Studi e Progetti” della Montecatini di Milano, città in cui s’è sposato con Maria Luisa Magnocavallo, docente di lettere nei licei. Dal matrimonio sono nati Ermelinda-Vadìm e Luigi-Vadìm. Dedicatosi alla scuola, ha ideato e diretto importanti sperimentazioni didattiche ed è divenuto preside in istituti medi superiori. È autore di Parigi (SugarCo Editore, Milano), Il sale di Napoli (Mursia, Milano), Un secolo da dimenticare (Ego, San Pietroburgo), Amanti oltre il sesso e la morte, la vera storia di Abelardo ed Eloisa (Booksprint Edizioni), Mon école (Booksprint Edizioni), e di articoli, saggi e traduzioni, tra cui Consigli e istruzioni del giardiniere di corte di Caterina la Grande, saggio del ‘700 tradotto dal russo (Sellerio, Palermo). È coautore di un saggio-guida sulla Francia in due volumi (Calderini, Bologna) e di Parigi 1789-1799: gli Anni della Rivoluzione (Atheneum, Firenze). Dal 1968 vive a Pesaro.

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