venerdì 31 maggio 2013
Immagina la gioia di Vittoria Coppola (Lupo editore) vince il Premio nazionale Il Tombolo di Cantù edizione 2013
Sabato
8 Giugno 2013, alle ore 18.30, presso la prestigiosa sede della Cassa Rurale ed
Artigiana di Cantù, nella Sala Zampese, “Immagina la gioia”, il romanzo di
Vittoria Coppola edito da Lupo Editore, verrà premiato come primo classificato
del Premio Letterario “Il Tombolo”, riservato alle opere edite di scrittrici.
Il
Premio Letterario “Il Tombolo” è stato organizzato dalla Pro Cantù, in
collaborazione con l'Associazione del Merletto e della Cassa Rurale ed
Artigiana di Cantù. Lo svolgimento della fase iniziale del premio, dal 25 marzo
2013 al 2 maggio 2013, è avvenuto su facebook, dove sulla pagina dedicata alla
prima edizione del premio sono stati segnalati 38 romanzi di scrittrici
italiane, dai quali, nella fase successiva alle votazioni, la giuria ha scelto
tra le dodici opere finaliste.
“Immagina
la gioia” (Lupo Editore), di Vittoria Coppola, è risultata essere l'opera
vincitrice della Prima Edizione del Premio Letterario “Il Tombolo”. Si tratta
del primo riconoscimento ufficiale ricevuto dal secondo romanzo di Vittoria
Coppola, una soddisfazione che si accompagna a quella proveniente dal numeroso
pubblico di lettori dell'autrice salentina, ancora impegnata nel tour di
presentazioni del romanzo, iniziato nel novembre scorso. La giuria
esaminatrice, presieduta dal Presidente del Premio Letterario, l'attore e regista
Enrico Beruschi, ha assegnato il prestigioso premio, il resto della
giuria era composto dalla dott. Ssa Katia Trinca (scrittrice e
giornalista del Corriere di Como), dott. Ssa Angela Traversa (bibliotecaria),
dott. Ssa Vanessa Galata (giornalista della redazione del Giornale di
Cantù), dal professor Vincenzo Iaia (Dirigente Scolastico Cantù 3),
prof. Michele Petrocelli (scrittore e esperto di comunicazione) e Agostino
Picicco (giornalista e scrittore). Durante la serata di premiazione si
esibità il cantautore Paolo Fan.
Info:
Ufficio
Stampa OverecoAgenzia
giovedì 30 maggio 2013
mercoledì 29 maggio 2013
martedì 28 maggio 2013
Veleno. La battaglia di una giovane donna nella città ostaggio dell'Ilva di Cristina Zagaria (Sperling & Kupfer). Intervento di Nunzio Festa
Il Primo Maggio 2013 in Italia è stato
vissuto maggiormente da tre piazze: Roma, Napoli e Taranto; se a Roma è tutto
come ogni anno e come da ogni anno a questa parte, Napoli è balzata alle
cronache solamente per gli scontri fra operai e poliziotti, Taranto è stata la
sopresa non-sorpesa: ma tenuta volutamente al margine della rappresentazione da
comunicazione ufficiale: proprio per l'organizzazione veramente dal basso della
giornata e la forza dimostrata dagli operai, specie dell'Ilva - che tra l'altro
c'hanno accolto a braccia aperte e raccolto solidarietà a buone dosi; perché
nella "città di ferro" (Arminio) è più lampante e adesso perfino
testimoniata la lotta intestina e infinita tra diritti. Dove diritto a lavoro e
diritto alla salute non camminano insieme. Anzi praticamente si confondono,
quando non proprio scontrano apertamente, al posto storicamente occupato dal
conflitto capitale-lavoro. E diversi libri da diversi anni stanno uscendo dal
fuoco tarantino. Cristina Zagaria, nato proprio a Taranto e giornalista di
Repubblica a Napoli, trentasettenne però già autrice d'altri importanti opere
impregnate di realtà, è la firma del più recente romanzo ambientato nella
polvere rossa e nella salute intossicata, "Veleno". Che quindi
racconta "La battaglia di una giovane donna nella città ostaggio
dell'Ilva" dei ricchissimi e dannati che mai saranno, Riva (adesso i
giudici provano a bloccar loro averi per oltre 8 milioni d'euro: introvabili!).
Abbiamo incontrato per la prima volta la scrittura impegnata di questa
scrittrice nel 2006 ("Miserere. Vita e morte di Arminda Misere. Servitrice
dello stato, Flaccovio Editore), e grazie alla sua accorata narrazione mai
dimenticheremo la storia della direttrice di carceri Arminda Miserere. Oggi,
invece, dopo altri omaggi che sono rivalutazione del sociale, l'autrice - che
di sfuggita di persona abbiamo incontrato solamente una volta nella città dei
Sassi - fa entrare in libreria una trasposizione letteraria delle vicende della
farmacista tarantina Daniela Spera, donna e professionista impegnata nella
lotta contro il mostro. Un romanzo costruito durante lo sviluppo dello
stabilimento siderurgico, fino certamente al 14 marzo 2013. Ma sappiam bene
quanto la Storia non finisca lì. Daniela, dunque, nel romanzo d'inchiesta
Veleno è l'emblema delle vite che non si rassegnano al dominio dei mostri, del
siderurgico e dei padroni che lo posseggono. Tornata da Parigi, trova una
Taranto che non s'aspettava. E il dolore dei personaggi di Veleno si fa meno
solitario dove Zagaria mette in sequela relazioni resi da discorsi diretti
altamenti significativi, perché universali e 'territoriali'. Davvero i dati del
male e dell'involuzione volute per Taranto e per i tarantini sono dettati senza
che divengano tormentone da rivista scandalistica oppure da pagina riempita.
Perché il romanzo civile di Cristina Zagaria, nonostante le appendici e il
sangue di storie vere e dunque rintracciabili, di morti necessariamente
rendicontate e quindi malattie che continua a crescer nello stomaco della
comunità tarantina, è sviluppato in rapporti genitori-figli come
operaio-operaio. Oltre dunque la sola e necessaria lotta. Ma l'immagine più
bella ce l'hanno sicuramente offerta proprio i due volontari che durante il
concerto tarantino mostravano copie del romanzo alla stregua di strumenti di
battaglia. Che sapere è necessario. Conoscere, indispensabile. Il rosso polvere
e il nero polvere sottili, altro patrimonio del massacro consumato su e dentro
Taranto, la giovane giornalista e scrittrice Zagaria lo toglie dalle case della
popolazione tarantina per farcelo sentire in ognuno dei nostri giorni. Zitti
non si può stare. Fermi difficilmente si riuscirà a stare. Dagli spazi
geografici più vicini e da quelli più lontani alla Taranto non vinta, è
obbligatorio intanto ascoltare.
lunedì 27 maggio 2013
domenica 26 maggio 2013
Post (Lupo editore) continua il suo tour in Italia. Il 27 maggio a Roma per “In Festa contro le mafie”
“Post. 13 storie dopo l'89 che non sapevano di
diventare mito”, il libro uscito nello scorso mese di
aprile per la casa editrice Lupo Editore, sta continuando ad
attirare sulle sue pagine l'attenzione di molti lettori. Infatti, il 27
maggio alle ore 15.30 sarà la volta di Roma, dove verrà presentato
nell'ambito dell'evento organizzato dall'associazione Libera.
Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, In Festa contro le
mafie, che si terrà presso l'Ex GIL, Largo Ascianghi 5.
Nello
stesso giorno avverrà la Premiazione della IV Edizione del Premio "Pio
La Torre" con successiva presentazione della nuova sezione "Enti
locali" del Premio stesso. In tale occasione interverranno Franco La Torre
(figlio di Pio La Torre) e Andrea Campinoti (Presidente di Avviso Pubblico),
seguirà un aperitivo e uno spettacolo teatrale a cura di Massimo Melpignano e
Antonio Cajelli e la presentazione del Dossier "Azzardopoli 2.0" a cura di Daniele Poto.
La festa proseguirà anche il giorno successivo, con un
susseguirsi di parole, musica e arti per continuare questa pacifica, ma
determinata lotta al crimine organizzato. Per il 28 maggio è infatti prevista
la premiazione del concorso nazionale "Regoliamoci 2012-13. Dire, fare... GIOCARE!"
con gli interventi di Luigi Ciotti, Maria Chiara Carrozza e Francesca Rispoli.
Seguiranno le presentazioni del format "Incanto Civile" a cura di Alfonso De Pietro e del libro-cd
"Musica contro le mafie" e
la la Proiezione di "Munnizza"
cortometraggio di Andrea Satta. La giornata si concluderà con il Concerto
acustico dei "Tetes de Bois". Sarà, quindi, proprio "POST. 13 storie dopo l'89
che non sapevano di diventare mito" ad aprire, su espressa richiesta
degli organizzatori, questi due giorni di festa, memoria e impegno civico. In perfetta sintonia
con l'oggetto della manifestazione, del resto, una delle 13 storie scritte all'interno di POST è
proprio quella di Don Luigi Ciotti, presidente di Libera e persona che per una
generazione intera incarna a pieno i valori civili dell'impegno, della
responsabilità, della voglia di fare insieme, della legalità.
POST si è
posto come primo obiettivo quello di raccontare una generazione, scavando in
quelle che possono essere le figure determinanti per la formazione della
stessa. Don Luigi è l'unica figura ancora operante rispetto a quelle inserite
all'interno del testo, ma non è un caso. Abbiamo voluto, sì raccontare una
generazione, ma anche dare un mandato a quelle che riteniamo oggi le persone
che possono accompagnare idee, obiettivi e azioni.
Ufficio Stampa OverecoAgenzia
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Paolo Paticchio cell.: 333-2259625
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venerdì 24 maggio 2013
"IL SIGILLO DEL MARCHESE" di Giuseppe Pascali (Lupo Editore). Dal 5 giugno in libreria
La morte della ventottenne
Beatrice d’Acquaviva d’Aragona – sposa di Francesco Castromediano e amatissima
marchesa di Caballino – si abbatte sul feudo come una tragedia inaccettabile.
Ma mentre la piccola corte salentina cade nella disperazione, c’è chi di quel
lutto inatteso gioisce; don Pietro Altomonte, arrogante signorotto leccese,
incarica i suoi “bravi” di recuperare i documenti che attestano i diritti dei
Castromediano sui possedimenti caballinesi, per impadronirsene.
Il crudele Ferrando e Lupo,
l’uomo dal fiuto infallibile e dal tormentato passato, corrompono,
intimidiscono e giungono ad uccidere per scoprire il nascondiglio di quelle
carte, ma senza esito, tanto più che il segreto di don Francesco è ben altro...
Nell’arco di ventisei anni, da quei primi eventi fino alla morte di Francesco
Castromediano, tra storia e leggenda il racconto scorre nelle vie del borgo di
Caballino e nelle campagne circostanti, tra le mura del convento voluto dalla
marchesa devota a san Domenico di Guzman e nella coscienza turbata del priore
padre Bonaventura, inquieto depositario di segreti propri e altrui. Nel
frattempo arriva il flagello della peste a ricordare agli uomini la loro
fragilità, ma anche a pareggiare i conti.
E la memoria di un amore
straordinario troverà i suoi testimoni.
Occhi, vedetela per l’ultima
volta,
braccia, datele un ultimo
abbraccio,
e labbra, voi, ingresso del
respiro,
con un bacio candido stringete un
patto
senza tempo con la morte che
tutto porta via.
(William Shakespeare)
Giuseppe Pascali, nato a Lecce
nel 1970, è laureato in Materie Letterarie all’Università degli Studi di Lecce.
Giornalista, scrive per ‘La Gazzetta del Mezzogiorno’ occupandosi di Cultura e
Spettacoli. È direttore responsabile del quotidiano online ‘Salentoinlinea.it’.
Ha realizzato numerosi servizi su lirica, musica sinfonica e bande musicali del
Mezzogiorno d’Italia. Ha intervistato personaggi dello spettacolo tra cui Giancarlo
Giannini, Katia Ricciarelli, Al Bano, Monica Guerritore, Margherita Buy,
Sebastiano Somma ed Ennio Fantastichini e scrittori come Roberto Pazzi e
Valerio Massimo Manfredi. Ha seguito seminari di approfondimento giornalistico
con Duilio Giammaria, Antonio Caprarica (Rai 1), Piero Dorfles (Rai 3) e Salvo
Sottile (Canale 5). È addetto stampa del Concorso Internazionale “Tito Schipa”
per giovani cantanti lirici. Ha pubblicato con Capone Editore i saggi La banda
di Lecce. Dal concerto cittadino alla Schipa-D’Ascoli” (2006), Bande di Puglia.
Il teatro sotto le stelle (2008), Gli Spiziotti. Storia della banda
dell’Ospizio Garibaldi di Lecce (2009). Nel 2011 ha pubblicato il
romanzo Il maestro della banda (Edizioni Grifo), ristampato in seconda edizione
nel 2013.
Illustrazione di copertina: Alex Konahin
Grafica: Paolo Guido
"IL SIGILLO DEL
MARCHESE" di Giuseppe Pascali, Lupo Editore, 2013, 256 pagine, €16
Info:
www.lupoeditore.it
0832949510
giovedì 23 maggio 2013
La casa editrice salentina Kurumuny a Roma il 25 maggio per la rassegna “Culli soni e culli canti - Il Salento al Circolo Gianni Bosio”
Nell'ambito della rassegna “Culli
soni e culli canti - Il Salento al Circolo Gianni Bosio” che si svolgerà a Roma
dal 23 al 25 maggio 2013 presso il Circolo Gianni Bosio in Via di
Sant'Ambrogio, 4, sabato 25 maggio dalle
ore 18,00 si terrà la presentazione della collana della casa editrice Kurumuny
“Voci, suoni ritmi della tradizione”. Saranno presentati gli ultimi lavori editi:
Cici Cafaro, Io scrivo la realtà;
Corimondo. La strina, suoni e canti di Corigliano d’Otranto; Salvatore De
Renzi, Osservazioni sul tarantismo di Puglia. Interverranno Luigi Chiriatti e Sergio Torsello.
Una tre giorni dedicata al
Salento (e non solo...) in uno dei luoghi storici della promozione delle
musiche tradizionali nella Capitale. Sono previsti concerti, laboratori sugli
strumenti, sulla danza e sul canto, presentazioni di libri, dibattiti,
degustazioni di prodotti tipici.
Salvatore De Renzi, Osservazioni sul tarantismo di Puglia (a cura di
Sergio Torsello) Kurumuny
Ristampa di uno dei testi più
citati nella letteratura storica sul tarantismo, la prolusione letta da
Salvatore De Renzi (1799-1872) nella seduta del 28 Luglio 1832 dell'Accademia
medico-chirurgica napoletana. Con una prosa forbita ed elegante che si apre con
un suggestivo quadro corografico della penisola salentina, il medico napoletano
ne descrive la sintomatologia, la diagnosi, la terapia, raccogliendo e
annotando importanti informazioni desunte dal suo dialogo con gli informatori
locali. Cita due casi di tarantismo, avvenuti a Novoli (Le) uno dei quali
particolarmente emblematico: quello di Concetta Scardìa morsa dalla tarantola
ad appena tre mesi d'età e curata con il "suono consueto". Il testo
del De Renzi, pubblicato nella collana Lo sguardo degli altri diretta da Sergio
Torsello, è corredato da un saggio introduttivo del curatore e da due
appendici: la prima riguardante le raffigurazioni della tarantola nate in
ambito medico che proprio nell'Ottocento si fanno sempre più precise e
minuziose; la seconda contenente una approfondita bibliografia degli scritti
sul tarantismo apparsi nel XIX secolo ricca di più di cento titoli.
Cici Cafaro, Io scrivo la realtà (a cura di Eugenio Imbriani) Kurumuny
Una testimonianza preziosa, un
lungo racconto in cui il flusso dei ricordi sembra riannodare le fila del
rapporto tra passato e presente, tra memoria e appartenenza. Un’autobiografia
che ci rivela una personalità emblematica e rappresentativa della cultura
dell’area grica del Salento. Cici Cafaro è un uomo che sembra aver vissuto
dieci vite in una: contadino, ambulante, poi emigrante e soldato, sempre
cantastorie instancabile che conosce, come gli antichi aedi, il segreto del
ritmo delle parole per incantare.
Corimondo LA STRINA SUONI E CANTI DI CORIGLIANO D'OTRANTO con le
illustrazioni di Lucio Montinaro a cura di (Luigi Chiriatti, Michele Costa)
Riallacciare e ricostruire i fili
di una memoria spezzata e umiliata anche solo limitatamente ai canti, racconti,
biografie: un compito arduo e difficile da portare a termine. I protagonisti e
i depositari di questa memoria erano restii al ricordo. La sola idea del
ricordare modalità di vita, usi, costumi richiedeva un notevole sforzo di pazienza
sia da parte loro che dei ricercatori. Andare in giro per i paesi a “ricercare
e cercare” coloro che ricordavano, i grandi ‘alberi’ di cultura e di canto,
richiedeva pazienza, calma e amore profondo per la conoscenza della memoria
orale e delle storie delle nostre comunità. In questo contesto Corigliano
d’Otranto non costituiva sicuramente un’eccezione. Questo contributo, che ci
riporta al periodo aureo dell’indagine sul campo e della documentazione dei
repertori tradizionali, è anche un lavoro che rende omaggio alle persone vive,
agli ultimi epigoni di una civiltà linguistica, ai custodi delle modalità
performative, delle tecniche strumentali e vocali, della memoria sonora (e non
solo) della comunità di appartenenza.
Persone che normalmente non
assurgono a protagonisti della ricerca etnomusicologica, relegati spesso nel
ruolo di informatori o in quello ancora più angusto di depositari delle “sacre
tavole” della tradizione. Il CD contiene un’antologia di 19 canti di cui 10
descrittivi, 4 balli, 3 canti di questua, 1 narrativo e 6 recitati raccolti in
un’unica traccia. Il Cd “Corimondo – La Strina, suoni e canti di Corigliano
d’Otranto” è promosso con il sostegno di PUGLIA SOUNDS - PO FESR PUGLIA
2007/2013 ASSE IV” ed è patrocinato dalla Povinicia di Lecce e dall’Istituto
Diego Carpitella.
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“Come fece come non fece” a Soleto (Lecce) il 26 maggio 2013
L’Associazione Francesco Attanasi
Onlus con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale di Soleto, l’Assessorato alla Cultura del Comune di
Soleto presenta “I libri sbocciano in Maggio”, nell'ambito dell’iniziativa
"Il Maggio dei Libri". Domenica 26 maggio 2013 alle 18,00 è prevista
la mostra /installazione di favole "Come fece come non fece" presso
l’Ex Ospedale Carrozzini in via Ospedale a Soleto
La mostra-installazione si ispira
direttamente al libro di Luigi Chiriatti e Egidio Marullo, Come fece come non
fece, una raccolta di favole registrate dalla viva voce degli anziani durante
una ricerca più ampia sulla cultura orale salentina e trascritte con un
linguaggio frutto di una combinazione degli elementi e degli schemi
dell’espressività dialettale con la lingua italiana. Come fece come non fece è
un libro con due anime perché è sì una raccolta di fiabe, ma anche di immagini,
luoghi, atmosfere, suoni di paesi e città, voci di uomini e di animali, odori
antichi di case umili o profumi esotici di sfarzosi castelli, di malìe e
incantamenti alla controra. La mostra è pensata per quanti, piccoli o adulti,
vogliano godere o riscoprire il piacere dell’ascolto, immersi in
quest’atmosfera sognante e corposa; come accadeva in un tempo non troppo
lontano, quando le fiabe erano narrate dagli anziani della comunità, intorno a
un fuoco d’inverno o sui limitari delle porte d’estate e i bambini venivano
intrattenuti e allo stesso tempo formati ai valori e alle regole del vivere
sociale. Lettura di favole a cura di
Anna Chiriatti. Rappresentazione grafica e delle favole e caratterizzazione dei
personaggi a cura di Egidio Marullo.
Come fece come non fece di Luigi
Chiriatti con le illustrazioni di Egidio Marullo (Kurumuny) Come fece come non
fece è una raccolta di fiabe fatte di immagini, luoghi, atmosfere, suoni di
paesi e città, voci di uomini e di animali, odori antichi di case umili o
profumi esotici di sfarzosi castelli, di malìe e incantamenti alla controra.
Immagini lontane, nel tempo e nello spazio, di principi e principesse che
vivono e rivivono tra gli ulivi contorti e tra gli spinosi fichi d’India.
Dietro ogni favola c’è il volto rugoso di un vecchio che fu bambino, la sua
voce sfiatata e i gesti delle sue mani nodose che raccontano storie vere,
camuffate da fiabe. Un libro attraverso cui i bambini possono apprendere gli
strumenti per affrontare la vita, perché si narra di grandi difficoltà e
pericoli da superare, di magie e incantesimi buoni e cattivi, di viaggi
straordinari; ma Come fece come non fece è anche un libro per gli adulti che
possono svegliare i ricordi custoditi in un angolo della memoria e ritrovare il
tempo in cui furono bambini attraverso la fascinazione di un racconto. Le
favole qui pubblicate fanno parte di un lavoro di ricerca e documentazione più
ampio e complesso condotto dall’autore sulla cultura orale salentina. Le favole
sono state registrate direttamente dalla viva voce dei narratori in dialetto
salentino e sono state trascritte mediante una traduzione libera dove si
combinano le immagini e i giri di frase più espressivi caratteristici della
lingua dialettale con un impianto linguistico italiano, in questo modo la
lingua è parte integrante del paesaggio perché contribuisce in modo
determinante a identificare i luoghi in cui si svolgono le azioni e i
personaggi stessi delle favole. Un libro attraverso cui i bambini possono apprendere
gli strumenti per affrontare la vita, perché si narra di grandi difficoltà e
pericoli da superare, di magie e incantesimi buoni e cattivi, di viaggi
straordinari; ma Come fece come non fece è anche un libro per gli adulti che
possono svegliare i ricordi custoditi in un angolo della memoria e ritrovare il
tempo in cui furono bambini attraverso la fascinazione di un racconto. Le
favole qui pubblicate fanno parte di un lavoro di ricerca e documentazione più
ampio e complesso condotto dall’autore sulla cultura orale salentina. Le favole
sono state registrate direttamente dalla viva voce dei narratori in dialetto
salentino e sono state trascritte mediante una traduzione libera dove si
combinano le immagini e i giri di frase più espressivi caratteristici della
lingua dialettale con un impianto linguistico italiano, in questo modo la
lingua è parte integrante del paesaggio perché contribuisce in modo
determinante a identificare i luoghi in cui si svolgono le azioni e i
personaggi stessi delle favole.
Info
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martedì 21 maggio 2013
Fucine Letterarie, in collaborazione con LietoColle Libri, il 25 e 26 Maggio 2013 presenta “A Sud del Sud dei Santi. Sinopsie, Immagini e Forme della Puglia Poetica. Cento anni di Storia Letteraria” a Martina Franca
Fucine Letterarie, in
collaborazione con LietoColle Libri, col Patrocinio del Comune, sabato 25 e
domenica 26 Maggio 2013, nell’ambito della manifestazione “Martina Franca nel
Settecento”, presenta a Martina Franca “A Sud del Sud dei Santi. Sinopsie,
Immagini e Forme della Puglia Poetica. Cento anni di Storia Letteraria”
(LietoColle) a cura di Michelangelo Zizzi. Si tratta di lavoro massivo, che ha
coinvolto una decina di critici e che gode della cura di Michelangelo Zizzi.
L’opera, voluta da LietoColle Libri, massima espressione dell’editoria poetica
nazionale, rappresenta il più completo organo di classificazione e conoscenza
critica della poesia pugliese, che – per quanto obliata, spesso, dalla grande
editoria italiana – ha costruito il midollo spinale delle cosiddette linee
orfiche o borboniche contro le cosiddette lombarde o fiorentine. Il saggio
rilancia integralmente la poesia meridionale all’interno di una dialettica
storico-critica, che si è assopita dopo l’Unità d’Italia nel pretesto
ideologico di una discrasia tra Sud e Nord. Le due giornate di studio/lavoro si
articoleranno tra presentazione dell’opera, workshop poetico e lettura
performativa. Durante il workshop
Michelangelo Camelliti, proprietario di LietoColle, sarà disponibile a
eventuali contatti con autori meridionali al fine di far conoscere loro
l’editoria poetica nazionale.
«A vedere quello che è accaduto a
livello letterario negli ultimi cent’anni in Puglia, può dirsi che la poesia è
il luogo di limite/trincea nel quale si erige una resistenza imperiale e
sovrasignificante rispetto ad ogni luogo comune e ad ogni disfacimento
culturale. È il luogo dove l’essenza orfico-pitagorica e il desiderio “amoroso”
di essere si avvera come un miracolo contro ogni deriva della modernità», ha dichiarato Michelangelo Zizzi.
Programma
Sabato 25 Maggio 2013:
Albergo Diffuso Rococò, via Ciaia n.18, Martina Franca
h.10.30-12.30 - Presentazione di
“A Sud del Sud dei Santi. Sinopsie, Immagini e Forme della Puglia Poetica.
Cento anni di Storia Letteraria” (LietoColle) a cura di Michelangelo Zizzi
h.16-18.30 - Workshop poetico
Nelle foci di Orfeo
Ex ospedaletto (Casa Cappellari), Via Orfanelli, 19-22, Martina Franca
h.20.00-22.00 - Reading poetico.
Leggeranno i poeti Lara Carrozzo, Vito D’Armento, Stelvio Di Spigno, Alfonso
Guida, Giacomo Leronni, Gianni Mastromarini, Antonio Natile, Luigi Pignatelli,
Anita Piscazzi, Carla Saracino, Vanni Schiavoni, Pasquale Vadalà
Domenica 26 Maggio 2013:
Albergo Diffuso Rococò, via Ciaia
n.18, Martina Franca
h.10.30-12.30 - Presentazione di
“A Sud del Sud dei Santi. Sinopsie, Immagini e Forme della Puglia Poetica.
Cento anni di Storia Letteraria” (LietoColle) a cura di Michelangelo Zizzi
h.16-18.30 - Workshop poetico
Della Linea Borbonica
Ex ospedaletto (Casa Cappellari), Via Orfanelli, 19-22, Martina Franca
h.20.00-22.00 - Reading poetico.
Leggeranno i poeti Andrea Brioschi, Vittorino Curci, Florinda Fusco, Giuseppe
Goffredo, Daniela Liviello, Pasquale Lucio Losavio, Enzo Mansueto, Gianpaolo
Mastropasqua, Maria Grazia Palazzo, Pasquale Vitagliano
Info - Enrica Fallone
+39 3496712549
LA FELTRINELLI POINT DI LECCE OSPITA ALESSANDRO LEOGRANDE E IL SUO LIBRO “FUMO SULLA CITTA'”(FANDANGO)
La Libreria “Feltrinelli Point”
di Lecce accoglie il libro “Fumo sulla città” (Fandango) di Alessandro
Leogrande (giornalista e già fregio di premi prestigiosi) che sarà presentato
dal giornalista Massimo Melillo. Venerdì 24 maggio 2013, ore 19.30 -
“Feltrinelli Point” - via Cavallotti 7/a - 73100 - LECCE
Uno straordinario reportage che
mostra come Taranto sia stata il laboratorio di alcuni tra i fenomeni più
devastanti della nostra contemporaneità: la politica televisiva, le emergenze
rifiuti, la crisi dell’industria. Taranto è spesso al centro della cronaca
nazionale, il simbolo profondo delle contraddizioni del Mezzogiorno d’Italia e
delle sue sconfitte. La parabola di Cito, ex picchiatore fascista,
telepredicatore, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa
divenuto a furor di popolo sindaco dopo il crollo della Prima Repubblica, che
anticipa per molti versi la stagione berlusconiana e la crisi ambientale, con i
suoi numeri impietosi, l’altra faccia di un’idea di sviluppo, segnata
dall’industrializzazione pesante ormai entrata in crisi. Città di vicoli, mare,
gente proveniente da altre lande del Sud, città di fabbrica e di periferie,
città di cattiva politica e di sogni di riscatto spesso abortiti, un mondo
complesso che si lascia difficilmente afferrare.
Alessandro Leogrande ha
osservato, scrutato, raccontato le viscere e i dilemmi della sua Taranto.
Un viaggio a tappe, che si
concentra su alcuni momenti nevralgici degli ultimi vent’anni di vita
cittadina, fino alla calda estate del 2012. Un reportage che narra senza sconti
un pezzo di territorio italiano diventato lo specchio dell’intera Europa, di
come in pieno ventunesimo secolo si lotta per coniugare salute e lavoro, la
salvaguardia del territorio e una vita degna di essere vissuta per tutti.
Alessandro Leogrande ha scritto
con rabbia e amore un libro che lascia il segno.
E allora quando ci si chiede in
coro: ma come è possibile che la politica abbia permesso tutto questo, come è
possibile che abbia permesso l’inquinamento, le morti per tumori, le polveri
rosse sul quartiere Tamburi, questa disperazione, questi tassi di
disoccupazione… quando ci si chiede tutto ciò, andrebbe ricordato che la
politica è stata e continua a essere questa.
Alessandro Leogrande, nato a Taranto nel 1977, vive a Roma. È
vicedirettore del mensile Lo straniero. Collabora con quotidiani e riviste. Tra
i suoi libri: Uomini e caporali. Viaggio tra i nuovi schiavi nelle campagne del
Sud (Mondadori 2008, con cui ha vinto il Premio Napoli-Libro dell’anno, il
Premio Omegna, il Premio Sandro Onofri, il Premio Biblioteche di Roma), Le male
vite. Storie di contrabbando e di multinazionali (Fandango 2010), Il naufragio.
Morte nel Mediterraneo (Feltrinelli 2011, con cui ha vinto il Premio Ryszard
Kapuściński e il Premio Paolo Volponi).
INFO
Feltrinelli Point - via
Cavallotti 7/a - LECCE
tel. 0832/331999
www.lafeltrinelli.it
Ufficio Stampa OverecoAgenzia
Hotel camere di riflessione di Mino Pica (Lupo editore)
Un uomo si ferma davanti alla
porta automatica, posa i bagagli per terra nell’attesa che si apra. Poi varca
l’ingresso e con lo sguardo cerca di orientarsi per individuare la reception.
Individuato il personale di ricevimento, che cordialmente lo attende con un
sorriso, attraversa con un passo deciso la hall ed è lì, pronto a prendere
possesso della sua camera, del suo spazio di isolamento, del suo angolo di separazione
dal mondo e dalla confusione. Consegna il documento. Si prendono la sua
identità. Gliela restituiranno alla fine del soggiorno. Ma quell’uomo non ne ha
bisogno, perché in quell’hotel lui sta cercando di riappropriarsi proprio di se
stesso. Hotel è la metafora dell’esistenza umana. Hotel è un viaggio dentro se
stessi, alla ricerca di un recesso in cui possa albergare lo spirito umano che
ha bisogno di ritrovare la sua essenza. Mino Pica ci porta in giro per il suo
ostello e ci invita ad aprire le porte delle camere della sua anima. Ogni
angolo della costruzione è uno spazio nuovo, una storia nuova, una riflessione.
L’autore raccoglie il suo zibaldone di pensieri e li affida al viaggiatore, al
portiere di notte, al cameriere del bar, alla guardarobiera e all’inserviente.
Spaziando in tematiche differenti e disparate (il silenzio, la noia, la
solitudine e la moltitudine, gli affanni, le illusioni, i doveri imposti dalla
società, il tempo, le attese, le speranze, l’incalzare degli anni), Mino Pica
si dimostra abile locandiere e cortese ospite che dona tutto se stesso a quanti
hanno voglia di ascoltare la sua storia. Con una prosa spesso liricheggiante
egli usa la parola per prospettare ai suoi clienti orizzonti di senso.
Orizzonti che parlano dell’oggi, di ciò che siamo, di ciò che stiamo
diventando, di ciò che saremo. Hotel diventa così un nome con una muta davanti,
dove l’io, però, non può restare a lungo senza parole. Vi auguriamo un
piacevole soggiorno.
Mino Pica nasce a Brindisi nel
1982. Nel 2005 si laurea in scienze della comunicazione e nel 2008 entra
nell'ordine dei giornalisti pubblicisti. Collabora con il «Nuovo Quotidiano di
Puglia» e con Puglia Tv. Nel 2008 pubblica il suo primo romanzo di narrativa,
L'attesa dell'attesa. Colleziona diverse collaborazioni con giornali, riviste e
tv, nel filo di un legame col giornalismo nato già nel 1995, in radio. Ascolta la
musica a 360 gradi, da Ludovico Einaudi agli Slipknot e, oltre a sostenere le
attività di diverse associazioni culturali, ha contribuito alla realizzazione
di contesti musicali per band di un territorio a cui è profondamente legato.
Mal digerisce la superficialità, i luoghi comuni e le ferme convinzioni. Ama il
silenzio, la semplicità e lo spazio ed il tempo dedicato ai sensi.
lunedì 20 maggio 2013
domenica 19 maggio 2013
sabato 18 maggio 2013
venerdì 17 maggio 2013
giovedì 16 maggio 2013
Ecco il Minitour delle Salentine
Giovedì 16 maggio, ore
21:00 presso il Circolo Arci Rubik in Via Cellino, 5 a Guagnano (Le), Kurumuny e
B22 presenteranno il progetto delle carte da gioco “Le Salentine” (Per info
sulla serata e prenotazioni tavoli: 340 8942727 – www.arcirubik.it).
Un progetto artistico che ha portato alla creazione del primo mazzo di carte da
gioco ispirato alle tradizioni, agli usi e ai costumi del Salento. In occasione
della serata verrà allestita la mostra dei bozzetti disegnati a mano che
illustrano una parte del percorso creativo. Prosegue
Sabato 18 maggio dalle ore 18.30, in piazza Vittoria a Caprarica con il torneo
di scopa a coppie; (Iscrizioni 333 6435757). E si conclude domenica 19 maggio dalle ore 18.30, al Casello della
Cupa in via Villa Convento Km. 3,
a Carmiano, con il torneo di briscola a coppie.
(Iscrizioni 339 8408987). Tre serate all’insegna del gioco e della cultura del
territorio con “Le Salentine” le nuove carte da gioco che raccontano storie,
personaggi, riti e miti del Salento!
Le Salentine,
carte da gioco
quattro storie
in quattro semi
«Il laboratorio creativo B22,
costituito da Francesco Cuna e Alessandro Sicuro in collaborazione con la casa
editrice Kurumuny, ha realizzato e promosso un inedito recupero figurativo, che
ha condotto a una rilettura iconografica delle tradizionali carte da gioco
napoletane. Un progetto stilisticamente genuino, che ricorda e riporta gli
elementi della cultura contadina sul tavolo della contemporaneità e in
particolare pone l’attenzione delle giovani generazioni attraverso l’antico e
sempre vivo gioco delle carte. I peculiari elementi decorativi de “Le salentine”
riguardano le brocche che sostituiscono le coppe, i lecci inseriti al posto dei
bastoni, le tarante con i denari e le zappe al pari delle spade. Per quanto
riguarda le figure dell’otto e del nove invece, i curatori del progetto B22,
hanno ripreso e rielaborato negli abiti delle donne i costumi tradizionali di
Cutrofiano, Calimera e Gallipoli mentre per quelli dell’uomo si sono rifatti
all’abbigliamento degli antichi abitanti di Martano, Gagliano del Capo e
Otranto; in tutti spiccano le minute ed eleganti rifiniture di fazzoletti
bianchi, corpetti di color cremisi, gonnelle scure, coppole, calzette e scarpe
con fibbie d’ottone. Nelle figure dei dieci vengono riproposte le immagini dei
santi più popolari come san Giuseppe, sant’Oronzo, san Martino e san Paolo.
Quest’accurato e brillante
intervento di sintesi figurativa, realizzato interamente a mano dopo una lunga
serie di bozzetti, interessa un vasto repertorio culturale illustrativo, dal
quale emerge un segno grafico agile e immediato che ben si attiene sia al
valore simbolico della tradizione, che alla fedeltà stilistica del mero oggetto
rappresentato come nei casi della zappa, della brocca con il simbolo del
galletto o del ferro di cavallo. Il rinnovamento dell’immagine, il dinamismo
pizzicato di alcune figure e l’attenzione per il dettaglio impresso in quei
simboli arcaici come quelli del Dio che danza nella Grotta dei Cervi a porto
Badisco, il volto barocco e antropomorfo del tre di lecci, la taranta o
l’uroboros, danno rilievo ed eloquio a un codificato linguaggio figurativo, che
lentamente è emerso dalle vicissitudini del tempo e della storia. Racchiuse sul
retro dal monocromatico e stilizzato soffitto a cassettoni della Cattedrale di
Otranto, le carte salentine si presentano come un piccolo teatrino tascabile,
dove in pochi centimetri plastificati sono racchiuse storie, personaggi e
territorio che a nostro piacimento potremo raccontare in qualsiasi momento».
(Giuseppe Arnesano sul Blog
“L’arte tra le righe” CoolClub.it).
Per info sulle
carte:
Esce il nuovo e fiabesco Unduetrestella - Verba Incredibilia (Lupo Editore)
Le parole sono importanti, diceva
qualcuno. Le parole sono pietre, scriveva qualcun altro. Come a dire che ciò
che viene fuori dalla nostra bocca ha un peso che non si può lasciar cadere
rovinosamente sul nostro interlocutore, perché le parole hanno un effetto sulla
realtà che ci circonda, provocano conseguenze, cambiano le cose. Le parole
della magia poi sono dei macigni, sono più importanti di tutte le altre parole
esistenti e non devono essere in alcun modo pronunciate a caso, tanto per
aprire bocca. Bisogna prendere tempo, concentrarsi sull’obiettivo che si vuole
raggiungere, inspirare profondamente e proferirle più e più volte ad alta voce.
Poi se ne verificheranno gli effetti. E se inavvertitamente sbagliamo? Se un
lapsus manda tutto all’aria e il nostro rospo si trasforma in un principe
racchio e tarchiato? Come si fa?
Le storie di magia ci insegnano
che sempre c’è stata e sempre ci sarà una nuova formula che correggerà la
prima, si può tornare indietro e a volte basta un semplice “scusa” per
vanificare gli effetti disastrosi di una parola dura come una pietra. Anche la
redazione di UnduetreStella ha elaborato la propria formula magica, l’abbiamo
proferita ad alta voce in una piovosa notte d’autunno tra le foglie ingiallite,
ne è venuto fuori questo nuovo numero, una raccolta di formule magiche
raccontate e illustrate, ma attenti a non pronunciarle ad alta voce…
INFO
mercoledì 15 maggio 2013
“AMORE E MARCHETTE” DI MASSIMO DONNO (Etichetta Ululati, Lupo Editore). ONLINE IL VIDEO PROMO DELL’ALBUM D’ESORDIO SU YOUTUBE DA OGGI 15 MAGGIO 2013
Cosimo Lupo compie 50 anni, l'intraprendente
fondatore e titolare della casa editrice Lupo
Editore, patron della neo etichetta musicale Ululati, ha deciso di festeggiare questa felice ricorrenza a “furor
di musica”, facendo un regalo a tutti i suoi lettori, ascoltatori, estimatori e
amici, con il lancio del giovane cantautore italiano Massimo Donno e del suo
intrigante lavoro intitolato “Amore e Marchette”, il cui video promozionale girato
da Gianni De Blasi è on-line dal 15 maggio 2013.
“Massimo
Donno è un gatto che salta sui tetti della canzone d'autore italiana
prendendosene la parte più nobile. Come un gatto ci fa le fusa, ci conquista
per poi graffiarci quando meno ce lo aspettiamo. Come un prestigiatore muove le
parole tra surrealismo e neorealismo. Ci concede una musica tra sogno e realtà.
Il disco in ogni traccia è una capriola, una giostra un pugno e uno sberleffo
un bacio e uno schiaffo. Cartina tornasole delle nostre vite imbarcate su
fragili vascelli. Semantica del testo e sintassi musicale si armonizzano
perfettamente nel suo creato di opposizioni binarie. Dalle quali scaturisce una
bellisima opera, un'opera aperta. Un'opera che perdere è come fare peccato.” (Oliviero Malaspina)
Info e contatti:
Lupo
Editore
UFFICIO
STAMPA OVERECOAGENZIA
booking@overeco.it
cell. 3288258358 – 3290629451
MASSIMO DONNO … DI VITA, DI PALCO E DI NOTE - Inizia lo studio
della chitarra a tredici anni, a Corigliano d’Otranto, in Salento. Parte dal
Blues, Funky, Rock, ma nel corso degli anni si fa forte l’avvicinamento al
genere cantautoriale italiano e non. Grazie ai cantautori si fa grande la
passione per i suoni acustici, sia del jazz che della musica etnica. Questa
passione è ulteriormente accresciuta dalla terra in cui Massimo nasce. La
prossimità di quella fascia di Sud, alle tante sfumature ed anime della musica
mediterranea, rende ovvia la prossimità dei musicisti alla musica tipica di
queste zone e alle varie contaminazioni che questa negli anni ha subito.
Intorno al 2000 – 2001 Massimo,
insieme a Luca Barrotta e ad altri amici – musicisti, da vita al suo primo
progetto di folk d’autore: Allegra brigata Bodhran. In questo ensemble vengono
elaborati suoni tradizionali del sud Italia, dei Balcani, i ritmi tradizionali
ebraici del klezmer, uniti ai testi di cui Massimo è l’autore. Allegra Brigata
viaggia spesso, da Milano a Teramo, da Roma a Pescara, a Parma, Prato, Cremona,
Bologna, fino alla semifinale del “premio de Andrè”, a Messina, grazie a due
brani scritti e musicati da Massimo. In questi live spesso la band ha avuto il
piacere di ospitare musicisti di tutto rispetto nell’ambito della musica
popolare, da Guido Sodo a Maurizio Deho. Con Allegra Brigata Bodhran realizza
tre lavori: “Memorie” (2001), “In cerca d’autore” (2003), “Demo” (2006).
Diversi brani di Massimo inoltre faranno parte negli anni di varie compilation
di musica etnica e word music: ad esempio un brano composto a quattro mani con
Gianluca Milanese (flauto traverso) confluisce nel 2005 nella compilation
“Musichetnia 2”,
prodotto dalla RedLand di Bari. In questi anni va inoltre avanti l’attività didattica
di Massimo: si trasferisce a Bologna, dove vive dal 2003 e studia con
chitarristi del calibro di Romano Trevisani (chitarrista di Vasco Rossi, Dalla,
Nannini,ecc.), Guido Sodo, con cui affronta un approccio centrato sulla musica
popolare del sud Italia, Maurizio Geri (Riccardo Tesi, Banditaliana,ecc.) con
cui approfondisce lo studio della musica Manouche, un genere di confine tra il
jazz, la musica zingara, il Walzer musette francese. Ha studiato scrittura
creativa con lo scrittore e critico Michelangelo Zizzi e lettura espressiva/dizione con Paolo Magagna
al teatro dell’ascolto nell’anno 2010/2011. Si laurea in Sociologia nel 2008,
presso l’ Alma Mater Studiorum – Università degli studi di Bologna. Parallelamente
Massimo sviluppa un’altra sensibilità, parallela a quella delle piazze e dei
centri in cui si esibisce, e cioè la passione per gli ambienti intimi e
raccolti in cui incontrare il pubblico da vicino: scrive per teatro diversi
copioni, facendoli interagire con musiche inedite e composizioni cantautorali
di De Andrè, Bertoli, Guccini, ecc. Negli
anni che vanno dal 2005 ad oggi, realizza diversi spettacoli: “Ti saluto
dai paesi di domani …” sulla vita di
Fabrizio de Andrè; “A ruota libera” sull’arte come espressione dei cosiddetti
diversi, per natura e per cultura; “Le Otto ore” ispirato alle musiche
tradizionali di lavoro e immigrazione di tutta Italia; “Incanti di Tango”
orientato alla reinterpretazione di musica cantautorale in chiave tango/jazz;
“One hand Jack”, tratto da un monologo di Stefano Benni, con musiche di Fred
Buscaglione; “Ognuno ha l’inverno che merita” in cui alla sua prosa intreccia
composizioni cantate e strumentali inedite. Inoltre realizza, scrivendo i
monologhi e arrangiando i brani di Fabrizio De Andrè, presso il Teatro dell’Ascolto
di Bologna, una trilogia di spettacoli: “… e tutto ciò lo chiamavo luna”,
ispirato all’album “La Buona Novella”; “Dall’inizio alla fune”, ispirato
all’Album “non al denaro, non all’amore, né al cielo”; “L’uomo che imparò a
volare”, ispirato a “Storia di un impiegato”. Negli anni inoltre Massimo è
spesso ospite di progetti altrui, in cui opera da turnista: dalle performance
popolari con i più grandi cultori della musica tradizionale salentina e non
(Emanuela Gabrieli, Gianluca Milanese, Marcello Zappatore, Ovidio Venturoso,
ecc.) alle pièce teatrali di vari registi in cui Massimo canta e suona la
chitarra ( “Navigammo su fragili vascelli” , “stasera è più forte il dolore”,
“Compagno cittadino …” di Alberto Minafra). Nel 2007 ha suonato circondato dalle
coreografie del Maestro Tony Candeloro, uno dei più grandi rappresentati della
danza contemporanea nel mondo. Nel 2009
collabora con l’attore Simone Franco per la realizzazione di uno spettacolo
sulla musica e la letteratura argentina. Esperienza forte è anche l’incontro
con Alberto Bertoli, figlio di Pierangelo Bertoli, incontro avvenuto nella casa
del cantautore scomparso nel 2002. Nasce un’intensa amicizia e collaborazione
tra i due: Alberto è spesso ospite negli spettacoli di Massimo e viceversa, dividendo
il palco con artisti del calibro di Franco Mussida (Premiata Formeria Marconi),
Luca Bonaffini, ecc. In uno di questi live conosce il compianto Andrea Parodi,
con il quale avrebbe diviso il palco in un concerto troppo a ridosso della sua
prematura scomparsa. La collaborazione porta Massimo ed Alberto, accompagnati
sempre da Luca Barrotta alla
fisarmonica, ad esibirsi in festival e teatri, da Mantova a Firenze, fino alla
provincia di Lecce. Nel 2010/2011
collabora con l’Osservatorio Astronomico di Bologna e l’Associazione per la
Divulgazione delle Scienze Sofos, per la realizzazione dello spettacolo di
osservazione astronomica/divulgazione scientifica dal titolo Racconti di cielo
– Armonie tra mito e scienza. Porta attualmente in giro diverse performance
live, dalla musica etnica, alla cantautoriale, allo swing, al tango, ecc. fino
alle esperienze da solista accompagnato solo da chitarre e loop machine.
Collabora come chitarrista con la cantante Afro – Brasiliana Nilza Costa e con
il polistrumentista messicano Carlos la Bandera. Insieme al cantautore Gigi
Marras, con cui collabora, guadagna la finale al premio Bindi 2011 e la finale
al Premio Musicultura 2012 (Ex Premio
Città di Recanati), entrando nel cd ufficiale con i brani dei 16 finalisti. A
giugno, con un suo brano “Amore e Marchette”, vince “Promo”, mini-concorso su
Ciao Radio, radio Emiliana, ricevendo il maggior numero di voti. A luglio 2012
è stato finalista al Premio Bindi riscuotendo ottimi risultati di pubblico e
critica. A settembre 2012 è stato finalista al Festival delle Arti di Bologna,
contest organizzato da Andrea Mingardi. È stato finalista alla 14a edizione di
Biella Festival Autori e Cantautori 2012, classificandosi tra i primi cinque.
E' stato semifinalista al Tour Music Fest, il più grande festival europeo
dedicato alla musica emergente, con la commissione artistica presieduta da
Mogol. In Ottobre 2012 termina la registrazione del suo album solista in uscita
nella primavera del 2013 per l’etichetta Ululati (Lupo Editore). Il Cd contiene
numerose collaborazioni, da Maurizio Geri a Francesco del Prete, da Guido Sodo
(Cantodiscanto) a Nilza Costa, Ovidio Venturoso e Giuseppe Spedicato
(Bandadriatica), ecc.
MASSIMO DONNO IN PUNTA DI … PENNA - Coltiva la
primordiale passione per la scrittura. Nell’ottobre 2009 risulta tra gli autori
scelti per il concorso indetto dal centro studi Kairos di Lecce che entreranno
a far parte di un testo – raccolta delle opere vicine al tema della resistenza
dal titolo “Lenti spiriti”. Il titolo dell’opera di Massimo è “Sogni al
risveglio”, racconto metropolitano sulle forme di quotidiana ed individuale
resistenza. Nel marzo del 2010 guadagna un secondo posto, con il racconto
“Victor”, al concorso letterario “Lettere Matte – Scrittori per Talitha”, entrando
così di diritto nel volume che comprenderà tutte le composizioni dei finalisti.
Ad aprile 2010, con tre racconti “Pensieri macchiati di rosso”, “Victor”,
“l’uomo che imparò a volare”, giunge tra i finalisti, guadagnando il titolo di
“Segnalato” nel concorso letterario “La vita in prosa”. A settembre 2010
pubblica per l’Agenzia di Comunicazione IKOS di Bari un racconto nella raccolta
di racconti “Cento storie per cento disegni” edito da Di Marsico.
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