mercoledì 18 settembre 2013

SCRITTORI BRUTTA RAZZA di Luigi Saccomanno (Lupo Editore)



Antonio Penna (un destino anagrafico, il suo) viene dalla scrittura, nella quale si è rifugiato nella sua ben poco felice infanzia, e da omicida alla scrittura torna nella reclusione “per tenersi sotto controllo”; nel mezzo, ha amato e si è lasciato amare da Zenit, la ragazza che parla con la luna, suona il violino, ama le ballate irlandesi e la cioccolata al latte. Lei lo ha conquistato all’istante con la sua spregiudicata e limpida autenticità, permettendogli di essere se stesso e di credere nella propria creatività. Ma, cedendo alla lusinga del successo, Antonio si allontana da Zenit per ritrovarla solo quando sa che sta per perderla definitivamente: è allora che lui acquista coscienza della sublime natura dell’amore, della sete di vita della compagna e della sua totale libertà di spirito, doni ai quali lui ha rinunciato lasciandosi trascinare in un gioco ipocrita. Insostituibile Zenit, capace di affidare a un lancio di dadi un amore e di barare per amore di verità.


“Scrivere è un’arte da prestigiatore. Possono nascondersi menti contorte dietro tante belle frasi, succose, tutte da spremere, come le vostre meningi, maciullate. E sapete qual è l’errore più banale per un prestigiatore? Illudersi che il trucco riesca sempre.”


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