“La Tenuta Lamole di Lamole ha una superficie
complessiva di 141 ettari,
fra bosco, vigneti e oliveti; di questi sono 50 gli ettari destinati alla
produzione di uve, con vigneti situati a una altitudine compresa fra i 350 e i 550 metri, esposti
prevalentemente a mezzogiorno, e collocati in alcuni fra i punti più
interessanti del territorio lamolese. La densità di impianto varia dalle 3.350
piante/ha dei vecchi impianti alle 5.150 piante/ha dei nuovi, con forme di
allevamento che spaziano dall'archetto chiantigiano al cordone speronato, con
qualche residuo vigneto sperimentale ad alberello del Chianti. Massimo
l'impegno in vigneto e cantina per esaltare nei vini le caratteristiche di
queste uve, per cui una notevole attenzione è stata posta nei diversi punti
critici. In particolare, per l'aspetto agronomico, si sta procedendo
all'attenta impostazione e implementazione di tecniche colturali, quali:
- selezione attenta e
pianificata dei cloni per i nuovi impianti
- ripristino dei vecchi
terrazzamenti
- introduzione di nuovi
sistemi di pacciamatura delle viti con galestro e alberese
- ricerca dell'equilibrio
vegetativo della vite con particolare gestione della superficie fogliare
- modifica del sistema di
potatura con diminuzione del numero di gemme a pianta
- operazioni di
scacchiatura, defogliatura e sfemminellatura
- ricorso al diradamento
dei grappoli solo in casi particolari
- diminuzioni delle rese
a ettaro
- scelta ragionata
dell'epoca vendemmiale in funzione della maturità tecnologica, fenolica e
aromatica.
La cantina consente la funzionale
vinificazione delle uve e l'ideale maturazione dei vini dei Chianti Classico
base e riserva, del Lam'Oro e del Vinsanto, attraverso tecniche di lavorazione
in grado di esaltare al massimo il potenziale fenolico e aromatico delle uve
raccolte, con una serie di operazioni sia in fase di vinificazione che di
elevazione in legno atte a mettere in evidenza tutta la naturalezza espressiva
di questi vini. Un'attenzione privilegiata è quindi posta nei passaggi del
processo produttivo come:
- selezione di lieviti
specifici per il Sangiovese
- modifica della
temperatura di fermentazione alcolica, con graduale aumento delle temperature
di vinificazione
- riduzione del tempo di
macerazione delle bucce
- riduzione della
frequenza dei rimontaggi, perché una lunga macerazione del Sangiovese in
presenza di alcol porta all'estrazione di tannini più ruvidi
- attento uso del legno
(botti piccole, tonneaux, barrique) nel rispetto delle caratteristiche tipiche
del vitigno.”
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