“La storia del ristorante Uliassi non puó che cominciare
così...Tutto inizió con un babbo, Franco Uliassi contadino, ma che il contadino
non voleva fare e che per sfuggire alla terra negli anni 50 si mette a fare il
camionista. Si sa che i camionisti girano in lungo e in largo l'Italia e a
pranzo e a cena si fermano nei ristoranti che incontrano lungo la loro strada.
In uno di questi conosce la nostra mamma Bianca Maria Bartolacci, cameriera e
figlia dei ristoratori, che a loro volta erano figli di locandieri. Tra loro è
amore a prima vista e come prezzo di questo amore (suo malgrado) il babbo
decide di mollare l'avventura della strada per quella di un bar che viene
acquistato e aperto, appunto, con la signora Bartolacci ora Uliassi. I tre
figli (Mauro, Walter e Catia), nati dalla loro passione, si ritrovano fin dalla
nascita a respirare l'atmosfera tipica dei pubblici esercizi e, come spesso
succede, ognuno di loro coltiva interessi e rincorre sogni diversi. Mauro fa
l'ITIS (la parola "elettronica" gli riempiva la bocca). Walter
frequenta l'Accademia Aeronautica e volare e' rimasto il suo sogno. Catia si
iscrive all'Istituto tecnico con indirizzo informatico. Ma la scuola di perito
industriale non è proprio quello che Mauro si aspetta e, anche se si diverte (erano
gli anni della contestazione studentesca e delle varie bagarre), i vari teoremi
di Tevenin con tanto di calcoli logaritmici gli rimanevano molto ostici… e poi
non c'erano femmine, duemila studenti qualche insegnante, ma rigorosamente
tutti maschi. Tre anni, I, II e III lasciato a metà, poi basta: Mauro sogna di
viaggiare sull'onda del mito hippy e vuole abbandonare tutto per andarsene via.
Il padre con le lacrime agli occhi gli consiglia di cercare altre strade,
finchè Mauro si convince e decide di provare ancora e sceglie la scuola
alberghiera. C'e' subito grande entusiasmo. Niente a che vedere con il grigio
ITIS, si beve e si banchetta e soprattutto... ci sono tantissime femmine,
femmine ovunque. Quattro anni di cui 2 in uno durante i quali si sono realizzate
varie esperienze negli ambienti turistici alberghieri prima come barman nei
night e nelle discoteche, poi come cuoco nei ristoranti e negli alberghi
italiani e francesi. Ma la prima vera esperienza di cucina (dura, molto dura!)
è quella con lo chef "cordon bleu" Lucio Capannari, che lo inchioda
per diciotto ore al giorno per 6 mesi, senza neanche un giorno di riposo. Ma il
sacro fuoco per la cucina non è ancora arrivato, appena diplomato dice basta a
favore di studi universitari. Sociologia e 7 esami all'Università di Urbino
poi… conosce Chantal, la sua futura moglie, e in pieno innamoramento scopre
quanto sia bello procurare piacere agli altri attraverso il cibo, che cucina
sia per lei che per gli amici. Si rimette a fare il cuoco con una nuova consapevolezza
e con l'ardore della ricerca e della sperimentazione. Contemporaneamente entra
nella scuola Alberghiera "Panzini" di Senigallia come insegnante di
cucina e pasticceria. Comincia a studiare seriamente, a fare stage, a girare e
a mangiare nei grandi ristoranti e a conoscere altri cuochi, acquisendo nuove
esperienze e caricandosi di voglia di fare e di esprimere sè stesso attraverso
l'arte della cucina. Poi il ristorante, soffiato per un pugno di lire in piú e
con un po' di fortuna ad un miliardario che lo voleva...”
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