“ Non dite a mia madre
che faccio l'editore.
Lei mi crede pianista in un
bordello!
Recitava così il nostro capo,
parafrasando Mark Twain, all'inizio della sua avventura editoriale, nel lontano
1997. Prima aveva un mestiere serio e sicuro, l'imprenditore, sempre nel
settore editoriale come distributore di periodici e consulente per grandi
gruppi editoriali, che sposava ad una variegata attività giornalistica, come
collaboratore free lance e anche direttore di mensili cittadini (Laltrareggio e
Laltrareggina); poi ha deciso di dare una svolta alla sua vita e di coltivare
la sua vera passione, i libri e la lettura. È nata così la Città del Sole Edizioni: la
scelta del nome, essendo a Reggio Calabria, non poteva che rimandare all'opera
del pazzo filosofo calabrese Tommaso Campanella. Naturalmente - come recita un
nostro autore poeta e drammaturgo (Rodolfo Chirico) «ognuno ha diritto di
curare la propria follia come vuole», e come il filosofo di Stilo, anche il
capo, da battagliero giornalista, si proponeva di combattere «tirannide,
sofismi, ipocrisia». Le scelte editoriali? Manco a dirlo… inchieste giornalistiche,
saggi di politica e attualità, tutto legato dal filo della memoria individuale
e collettiva. E così è venuto fuori il testo che ha dato alla casa editrice una
prima notorietà: nel 2001 il giovane giornalista Fabio Cuzzola, su input del
"vecchio editore", rispolvera una storia lontana, una storia negata,
che intrecciava la Rivolta
di Reggio per il capoluogo a quella nebulosa e oscura degli anni '70. È nato
Cinque anarchici del sud, un piccolo capolavoro che ha riportato alla luce un
periodo e delle vite dimenticati.
Da allora il lavoro non si è più
arrestato…
Oggi ci siamo anche noi – staff –
e lavoriamo alla narrativa, alla poesia, al cinema. Pubblichiamo periodici: la
gloriosa rivista di critica cinematografica Cinemasessanta, fondata e diretta
negli anni Sessanta da Mino Argentieri, e la piccola, ma molto amata, rivista
culturale Lettere meridiane.
Pensiamo spesso al motto che
abbiamo scelto per quest'ultima – perché ci sentiamo molto mediterranei – «Una
radice di pietra e di mare più forte della diversità delle rive», mutuato da
una frase di Franco Cassano, lo studioso che ha teorizzato il cosiddetto
"pensiero meridiano", cui idealmente la rivista si ispira; e che oggi
– ne siamo molto orgogliosi fa parte anche del comitato di referee di una delle
nostre più prestigiose collane (e tra i direttori dei nostri progetti
editoriali, come non ricordare, i professori Pasquale Amato, Enrico Costa,
Tonino Perna, Luigi Maria Lombardi Satriani?).
Lavoriamo tanto, con enti,
associazioni, università, compagnie teatrali. Ma ci vantiamo di una cosa
soprattutto: mettiamo insieme persone, idee, sentimenti e parole, e cerchiamo
di andare avanti, un po' disordinatamente, con tanta energia e vitalità.
Perché quello che facciamo – per
dirlo con le parole di un altro nostro autore (il geniale Domenico Loddo) – «è
una modesta bussola di carta, che non serve per ritrovarsi nel caos
dell'esistere, ma solo per perdersi dentro definitivamente».”
Qui
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