“Oggi l'azienda è gestita da Gaetana
Jacono, che rappresenta la sesta generazione di viticultori, ed è impegnata
nella valorizzazione del territorio e nell'adozione di metodi ecosostenibili.
Con lo stesso amore che legava i suoi avi alla vite e con una spiccata
sensibilità imprenditoriale, Gaetana si è dedicata alla produzione di vini
D.O.C.G., D.O.C e I.G.T. di Sicilia. Una produzione che ha ottenuto un forte
riconoscimento anche nel panorama internazionale. La tenuta dell’azienda si
estende per 100 ettari
e gran parte di essa, dal 2001 ad oggi, è stata reimpiantata con i vitigni
principi della zona e vitigni internazionali. Qui il terreno, si caratterizza
per un particolare substrato formato da arenarie calcaree interfacciate da
pacchetti di argilla, che consente alle viti di dare uve di qualità fortemente
legate al "terroir".
L'azienda è apprezzata per la
coltivazione dei più pregiati vitigni autoctoni, rinomata a livello
internazionale per la valorizzazione dei due vini del territorio: il CERASUOLO
DI VITTORIA DOCG interpretato nella versione CLASSICO ed il FRAPPATO DI
VITTORIA DOC fortemente riqualificato da Valle dell'Acate che ne ha determinato
l'affermazione come rosso fruttato estivo adatto ai piatti di pesce e al Sushi.
I vini Valle dell'Acate narrano
la storia e la bellezza naturalistica del feudo Bidini. Un sito dalla valenza
archeologica che, dato il rinvenimento di una necropoli, testimonia il fiorente
passato vissuto sotto la dominazione dei greci. La natura incontaminata, i
filari di uva che ricamano i declivi, i riflessi argillosi del terreno ricreano
un vero paradiso naturale in cui dominano silenziosi il vecchio palmento e la
"dispensa". La suggestiva architettura in pietra rievoca l'antico
mondo contadino, facendo rivivere, in un'atmosfera in cui il tempo sembra
essersi fermato, il modo in cui una volta si faceva il vino. Nell'ampio locale
riposano i torchi Dal Negro che hanno sostituito la vecchia "cianca"
deputata alla spremitura dell'uva. Luminose spiccano le grandi aperture che
servivano per introdurre "nelle piste" del palmento l'uva appena
raccolta. Qui un tempo donne, uomini e bambini si dilettavano a pestare l'uva a
suon di canti e filastrocche. Perfettamente integri sono rimasti i canali
attraverso cui defluiva il mosto appena ottenuto che, "per caduta",
si avviava alla dispensa. Consapevoli dell'inestimabile valore delle
tradizioni, Giuseppe e Gaetana Jacono hanno intrapreso nel 2001 una rilevante
opera di restauro del vecchio palmento che ha restituito alla costruzione il
suo antico splendore. La storicità e il fascino di questa costruzione incantano
lo sguardo del visitatore e riportano lo spirito e la memoria alle radici
illustri della cultura siciliana..”
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