sabato 6 ottobre 2012

Excelsior 1881



"Excelsior" di Romualdo Marenco debuttò al Teatro alla Scala di Milano l'11 gennaio del 1881, e destinato a diventare lo spettacolo di maggior successo internazionale fino alla prima guerra mondiale, subito s'impose come il manifesto del positivismo e della luce; della ragione che fa chiarezza sull'oscurantismo. Ma Excelsior, il cui libretto è inizialmente intitolato da Marenco "Il Bacio dell'arte" (1878), deve il suo nome alla casa editrice fondata dal compositore a Parigi nel 1865 per proteggere i propri diritti d'autore, e da lui così battezzata in omaggio al poema "Excelsior" scritto da Longfellow nel 1841, nel suo stesso anno di nascita. Le ombre cadevano veloci sul paesaggio alpino/ mentre coperto di neve e ghiaccio il giovane avanzava a fatica per compiere la sua missione. Excelsior! (...) Tutt'intorno l'oscurità era rotta solo dallo spettrale bagliore dei ghiacciai. (...) "Non cercare di passare!" gli disse il vecchio. Infuria la tempesta. (...) Ma lui rispose "Excelsior"; "Oh, rimani," gli sussurrò la fanciulla: "e riposa la tua testa stanca su questo petto! (...) Ma lui rispose "Excelsior"; "Attento alle valanghe" gli urlò il contadino (...) Ma lui rispose "Excelsior". La mattina dopo, nelle gelide e grigie luci dell'alba,/ giaceva senza vita, (...) ma dal cielo, serena e lontana, si udiva una voce come una stella cadente. Excelsior. (Da Excelsior di Henry Wadsworth Longfellow). Erano gli anni in cui, incalzate dalla modernità in embrione, le certezze del vecchio Ordine costituito andavano disgregandosi. Gli anni delle prime grandi scoperte (elettricità ecc.) e dei primi grandi rimescolamenti sociali, che si scontravano con un altrettanto forte riluttanza al nuovo, poiché il minimo movimento, la minima modifica sulla scala dei valori, era una faglia nelle istituzioni. Una crepa che poteva ingrandirsi fino a far crollare un edificio sociale allora concepito per essere eterno. E mentre il Sindaco di Parigi dichiarava ai giornalisti che l'illuminazione elettrica è una stranezza di cui non v'è nessun bisogno: presto scomparirà senza lasciare traccia, nell'arte e nella cultura, col preciso scopo di infrangere le vecchie regole, affiorava il movimentismo. Excelsior indicava nell'Inquisizione e nell'Oscurantismo i nemici dell'uomo; lodava gli inventori, criticava la Chiesa antimodernista e inneggiava alla luce elettrica, alla Galleria del Frejus e all'apertura del Canale di Suez, che nello sventolio di bandiere univano i popoli della terra, non più schiavi di nefasti poteri. D'altronde, la cifra di Marenco, che proveniva da una famiglia di tradizione mazziniana e in gioventù era stato porta messaggi della Società Nazionale Italiana di Trivulzio, Garibaldi e La Farina, era proprio quella di avere introdotto la storia (e talvolta anche "in diretta", come per "Lo sbarco di Garibaldi in Sicilia"), nel mondo del balletto, a quel tempo ancora più seguito e popolare dell'Opera nel contesto della Serata Teatrale. E per questo, da subito, quella che era nata come casa editrice musicale aveva iniziato a pubblicare anche gli scritti dei librettisti e degli amici di un Marenco autore di successo, vicino ai positivisti e ai simbolisti a Parigi, agli scapigliati a Milano, ma guardato con sospetto in società per quel suo soggiorno a Costantinopoli, da primo violino del Teatro Naum diretto dal fratello di Donizetti, a ridosso delle vicende della Comune di Parigi; tanto che la nomina a Cavaliere concessagli da Re Umberto I sollevò parecchie polemiche. Excelsior innovò la struttura, le scene (realizzate dall'amico Edel), le coreografie e l'orchestrazione del balletto. Marenco infatti, che era stato anche primo violino e direttore dei Balli alla Scala di Milano, aveva già vinto la sua battaglia per l'abolizione della banda dal palcoscenico. E nel frattempo, sperimentandosi nella scrittura per i teatri e i cafè-chantant, si era già cimentato con successo le nuove forme di spettacolo che venivano alla ribalta. Excelsior, con le sue più di 400 comparse in scena e con la sua struttura modulare aprì la strada a tante delle possibilità di mise en scène che saranno poi riprese e sviluppate nel corso del secolo successivo (Es. il Music-hall), grazie a un successo che proseguì immutato in tutto il mondo, anche diventando il soggetto del primo lungometraggio cinematografico prodotto a Hollywood (1911), mentre in Italia, dopo che Marenco aveva vinto la sua battaglia per trasformare la SIA in SIAE (1893), Excelsior si era trasformato anche in una casa editrice che pubblicava, tra gli altri, Paolo Valera al ritorno dall'esilio londinese (1893) e Filippo Tommaso Marinetti, padre del Futurismo.
Poi la prima guerra mondiale, e in Italia il dopoguerra. Excelsior riprese il suo posto nel mondo, ma in Italia, col suo elogio della ragione e della pace fra popoli, trovò sempre meno spazio in una nazione in cammino verso il ventennio fascista. Oggi, animata dallo stesso spirito dell'opera-manifesto, excelsior 1881 è una casa editrice. E così come Excelsior ha sempre celebrato il primato della ragione, della fratellanza, dell'operosità e dell'inventiva, del fare per migliorare, rappresentando un sogno, un ideale possibile, oggi, allo stesso modo, excelsior 1881 oggi vuole essere ancor di più un luogo, o meglio un metaluogo, in cui condividere rispetto ed equità.”


Nessun commento:

Posta un commento