"Excelsior" di Romualdo
Marenco debuttò al Teatro alla Scala di Milano l'11 gennaio del 1881, e
destinato a diventare lo spettacolo di maggior successo internazionale fino
alla prima guerra mondiale, subito s'impose come il manifesto del positivismo e
della luce; della ragione che fa chiarezza sull'oscurantismo. Ma Excelsior, il
cui libretto è inizialmente intitolato da Marenco "Il Bacio
dell'arte" (1878), deve il suo nome alla casa editrice fondata dal
compositore a Parigi nel 1865 per proteggere i propri diritti d'autore, e da
lui così battezzata in omaggio al poema "Excelsior" scritto da
Longfellow nel 1841, nel suo stesso anno di nascita. Le ombre cadevano veloci
sul paesaggio alpino/ mentre coperto di neve e ghiaccio il giovane avanzava a
fatica per compiere la sua missione. Excelsior! (...) Tutt'intorno l'oscurità
era rotta solo dallo spettrale bagliore dei ghiacciai. (...) "Non cercare
di passare!" gli disse il vecchio. Infuria la tempesta. (...) Ma lui rispose
"Excelsior"; "Oh, rimani," gli sussurrò la fanciulla:
"e riposa la tua testa stanca su questo petto! (...) Ma lui rispose
"Excelsior"; "Attento alle valanghe" gli urlò il contadino
(...) Ma lui rispose "Excelsior". La mattina dopo, nelle gelide e
grigie luci dell'alba,/ giaceva senza vita, (...) ma dal cielo, serena e
lontana, si udiva una voce come una stella cadente. Excelsior. (Da Excelsior di
Henry Wadsworth Longfellow). Erano gli anni in cui, incalzate dalla modernità
in embrione, le certezze del vecchio Ordine costituito andavano disgregandosi.
Gli anni delle prime grandi scoperte (elettricità ecc.) e dei primi grandi
rimescolamenti sociali, che si scontravano con un altrettanto forte riluttanza
al nuovo, poiché il minimo movimento, la minima modifica sulla scala dei
valori, era una faglia nelle istituzioni. Una crepa che poteva ingrandirsi fino
a far crollare un edificio sociale allora concepito per essere eterno. E mentre
il Sindaco di Parigi dichiarava ai giornalisti che l'illuminazione elettrica è
una stranezza di cui non v'è nessun bisogno: presto scomparirà senza lasciare
traccia, nell'arte e nella cultura, col preciso scopo di infrangere le vecchie
regole, affiorava il movimentismo. Excelsior indicava nell'Inquisizione e
nell'Oscurantismo i nemici dell'uomo; lodava gli inventori, criticava la Chiesa antimodernista e
inneggiava alla luce elettrica, alla Galleria del Frejus e all'apertura del
Canale di Suez, che nello sventolio di bandiere univano i popoli della terra,
non più schiavi di nefasti poteri. D'altronde, la cifra di Marenco, che
proveniva da una famiglia di tradizione mazziniana e in gioventù era stato
porta messaggi della Società Nazionale Italiana di Trivulzio, Garibaldi e La Farina, era proprio quella
di avere introdotto la storia (e talvolta anche "in diretta", come
per "Lo sbarco di Garibaldi in Sicilia"), nel mondo del balletto, a
quel tempo ancora più seguito e popolare dell'Opera nel contesto della Serata
Teatrale. E per questo, da subito, quella che era nata come casa editrice
musicale aveva iniziato a pubblicare anche gli scritti dei librettisti e degli
amici di un Marenco autore di successo, vicino ai positivisti e ai simbolisti a
Parigi, agli scapigliati a Milano, ma guardato con sospetto in società per quel
suo soggiorno a Costantinopoli, da primo violino del Teatro Naum diretto dal
fratello di Donizetti, a ridosso delle vicende della Comune di Parigi; tanto
che la nomina a Cavaliere concessagli da Re Umberto I sollevò parecchie
polemiche. Excelsior innovò la struttura, le scene (realizzate dall'amico
Edel), le coreografie e l'orchestrazione del balletto. Marenco infatti, che era
stato anche primo violino e direttore dei Balli alla Scala di Milano, aveva già
vinto la sua battaglia per l'abolizione della banda dal palcoscenico. E nel
frattempo, sperimentandosi nella scrittura per i teatri e i cafè-chantant, si
era già cimentato con successo le nuove forme di spettacolo che venivano alla
ribalta. Excelsior, con le sue più di 400 comparse in scena e con la sua
struttura modulare aprì la strada a tante delle possibilità di mise en scène
che saranno poi riprese e sviluppate nel corso del secolo successivo (Es. il
Music-hall), grazie a un successo che proseguì immutato in tutto il mondo,
anche diventando il soggetto del primo lungometraggio cinematografico prodotto
a Hollywood (1911), mentre in Italia, dopo che Marenco aveva vinto la sua
battaglia per trasformare la SIA
in SIAE (1893), Excelsior si era trasformato anche in una casa editrice che
pubblicava, tra gli altri, Paolo Valera al ritorno dall'esilio londinese (1893)
e Filippo Tommaso Marinetti, padre del Futurismo.
Poi la prima guerra mondiale, e
in Italia il dopoguerra. Excelsior riprese il suo posto nel mondo, ma in
Italia, col suo elogio della ragione e della pace fra popoli, trovò sempre meno
spazio in una nazione in cammino verso il ventennio fascista. Oggi, animata
dallo stesso spirito dell'opera-manifesto, excelsior 1881 è una casa editrice.
E così come Excelsior ha sempre celebrato il primato della ragione, della
fratellanza, dell'operosità e dell'inventiva, del fare per migliorare,
rappresentando un sogno, un ideale possibile, oggi, allo stesso modo, excelsior
1881 oggi vuole essere ancor di più un luogo, o meglio un metaluogo, in cui
condividere rispetto ed equità.”
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